Brano: Armistizio e difesa di Roma
gl io Ezio, D'Andrea Nello, D’Angeli Pasqua, D'Antoni Ario, D’Antonio Andrea, De Angelis Luigi, Degli Antoni Laura, De Jacobis Alberto, Del Papa Carlo, De Luca Gennaro, De Nicola Vincenzo, Desideri Natale, Di Cario Rosalia, Di Cesare Domenico, Dieli Carmine, Di Gennaro Giuseppe, Di Mambro Nello, Di Matteo Danilo, Dini Spartaco, Di Paolo Giovanni, Di Sodai Grifo, Di T rag li a Silvano, Di Trocchio Paolo, Domiziani Sergio, Eleuteri Alberto, Ercolani Pasqua, Fabii Orlando, Fadda Anseimo, Ferrara Celene Michelangelo, Ferrari Cesare, Fi lesi Ettore, Fini Giacomo, Fiocca Alvina, Firtesi Fernando, Focaccia Alfredo, Francalancla Nazzarena, Fraticelli Vittoria, Fuggiano Pasquale, Funi Giacomo, Gagliardi Luisa, Gambas Mara, Ganzonetti Serafino, Gastadello Luigi, Germinosi Remo, Giacoppo Remo, Giannorio Giovanni, Giovannone Orlando, Giraldi Maria, Giraldini Igino, Girolami Gino, Giunti Giuseppe, Giovanni Orlando, Grassi Francesco, Gravi gli a Francesco, Grimaldi Alberto, Guareschi Silvest[...]
[...]in gran parte improvvisata. Dopo la caduta di Mussolini, si era presentato il problema urgente dell'uscita dell'Italia dalla guerra a fianco della Germania. Avviate trattative segrete con gli Alleati, esse ad un certo punto erano passate sotto la giurisdizione deH'ambiente militare impersonato dal maresciallo Badoglio, capo del Governo, e dal generale Ambrosio, capo di stato maggiore generale (Comando supremo). Concepite col proposito dichiarato di trarre l'Italia dal conflitto mondiale con il minore danno possibile, si era innestato in esse anche il piano di provvedere ad ogni costo al salvataggio delle persone della famiglia reale, del governo e dell'alto Comando, senza tener conto che con ciò si sarebbe resa acefala l'Italia nel momento della più difficile svolta della sua storia. La situazione venne, alfine, a trovarsi concentrata tutta nelle mani di un messo italiano al campo alleato: il generale di brigata Giuseppe Castellano, elemento di fiducia del generale Ambrosio. Trovatosi di fronte a duri ostacoli, in un suo tentativo di dare[...]
[...] della città, ivi incluse le borgate periferiche; un terzo corpo d’armata, motorizzato, al comando del generale Giacomo Carboni, per la difesa esterna mobile, era dislocato interamente all’esterno della città con compita di massa di manovra. Al generale Carboni era affidata anche la riorganizzazione dei servizi informativi del regime fascista, con la carica di alto commissario del S.I.M.,
il che permise al generale, dotato di lunga esperienza di tali servizi, di istituire un efficace controllo sull’alto Comando germanico in Italia. Al comando di tutte le unità alla difesa di Roma era stato posto il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Mario Roatta.
L’operazione paracadutistaaviotrasportata americana, dovendo essere strettamente congegnata con l’azione delle unità italiane intorno a Roma, era di per sè un’operazione difficile che richiedeva una preparazione molto precisa e accurata. Di tale preparazione non esisteva traccia ed il comandante titolare della divisione americana, generale Matthew B. Ridgway, negli ambienti alleati si era mostrato ostilissimo all’operazione, giudicandola votata a sicuro insuccesso. Per chiarire ogni dubbio, il vicecomandante della divisione paracadutisti, generale Maxwell Taylor, venne inviato a Roma, dove egli giunse nascostamente la sera del 7 settembre per abboccarsi con il generale Ambrosio, capo del Comando supremo. Ma Ambrosio, benché preavvisato dell’arrivo di Taylor, si era recato a Torino con un pretesto. Poiché anche il generale Roatta e[...]
[...]lla divisione americana, generale Matthew B. Ridgway, negli ambienti alleati si era mostrato ostilissimo all’operazione, giudicandola votata a sicuro insuccesso. Per chiarire ogni dubbio, il vicecomandante della divisione paracadutisti, generale Maxwell Taylor, venne inviato a Roma, dove egli giunse nascostamente la sera del 7 settembre per abboccarsi con il generale Ambrosio, capo del Comando supremo. Ma Ambrosio, benché preavvisato dell’arrivo di Taylor, si era recato a Torino con un pretesto. Poiché anche il generale Roatta era assente da Roma, toccò al generale Carboni ricevere il generale americano. Nel drammatico colloquio tra i due generali risultarono evidenti grossolane e irreparabili manchevolezze dell’operazione progettata a tavolino, manchevolezze aggravate dalla notizia, recata da Taylor, che per il successivo giorno 8 settembre sarebbe stato proclamato pubblicamente l’armistizio tra l'Italia e l'America e sarebbe cominciato lo sbarco americano a Salerno.
Il messo italiano al campo alleato, generale Castellano, aveva prece[...]